lunedì 2 agosto 2010

2 agosto 2010.

oggi.

Mi sento in ferie anche se non lo sono.

Le ferie sono finite da 2 settimane. Eppure mi rigiro tra lavoro, corse al mare la mattina presto, quando sono tutti ancora a poltrire per le ferie appena iniziate. Io alle 7 sono in piedi. Doccia e borsone con accappatoio e cuffia e cambio di costume. Ho scoperto le terme a 20 minuti dalla città. Il monte San Calogero è un vulcano spento da secoli. I Romani avevano le terme come luogo di ritrovo e di relax. Le terme romane sono ancora lì. Brevi accenni a capitelli che furono li ritrovi nei sotterranei dell'hotel. Nella c.d. grotta. Là dove fai il bagno turco, per intenderci, con l'acqua che sgorga naturalmente a 45 gradi, salata, calda, umida. Umida la grotta, la pelle, non ti asciughi mai. La volta in è pietra, nella parte romana sono in cotto, mattonelle di terracotta una accostata all'altra. Devo ancora fare la grotta.

Dopo il fango entro in un corridoio di acqua termale caldissima, con idromassaggio, a temperature che degradano verso il tiepido. Poi lettino rilassante. Ma come non ci avevo pensato prima che era così a portata di mano, ben organizzato, spendendo niente rispetto ai centri termali da raggiungere con oneri economici non indifferenti?

Fine della goduria per la prossima settimana, intanto mi preparo per la prossima.

martedì 25 maggio 2010

una foto

La voglia di vacanza incalza. Voglia di avere tempo. Voglia di andare al mare.
Sono convinta che la scottatura precoce senza protezione mi impedisce di recarmici. Le spalle sono bruciacchiate. Ho un eritema precoce e improvviso. Sto a rincorrere le rughe...
L'inverno con le sue giornate fredde mi manca. Pelle protetta naturalmente.
Le tisane drenanti e linea mi tengono compagnia al pensiero di sforzi sovraumani per poter essere ancora in tempo, ma non lo sono di certo.
Alterno momenti di sana abbuffata a quelli di sano digiuno.
Ho ripreso a fumare.
Che vergogna mi dico.
Mi dolgo e mi rigiro.
Allento il numero.
Vado a cucinare e intanto assaporo il senso di colpa.



Se potessi

Se potessi congiuntivo, tempo e verbo dello sfigato cronico.
Se potessi farei, ma non posso
Poi c'è il tempo e e verbo dello scanzafatiche cronico: se potessi, ma non voglio
Poi c'è il tempo e verbo dell'idealista: in futuro sarà sempre meglio di adesso
E del rassegnato cronico: sarà sempre così.
Chi cade si rialza, chi soffre sorriderà.
Chi piange si asciugherà le lacrime e andrà avanti.
C'è sempre un futuro e una possibilità: quando si respira si continuerà a respirare.
Io spero solo di poterci ancora credere.

Il colore che preferisco.

Vorrei portare con me un pò del vecchio e aggiungere tanto di nuovo.
Vorrei aprire una nuova pagina e scoprire che è diverso dal solito. Vorrei sperare perchè di verde bisogna colorare il mondo e così lasciarlo.